Il Cielo del Mese - Gennaio 2016
Il 2016 inizia di gran carriera con la Terra lanciata verso il perielio, che raggiunge già il 2 gennaio. È il punto in cui ci troveremo più vicini al Sole di tutto l’anno, circa 2,5 milioni di km più vicini del solito: eppure non farà certo più caldo, a ricordarci che le stagioni, con la distanza dal Sole, non hanno niente a che fare. In appendice ai botti di fine anno, il 4/1 anche il cielo ci offre la sua versione lieve dei fuochi d’artificio: la pioggia delle meteore Quadrantidi, una delle più ignorate dell’anno, tuttavia capace di riversare nei nostri cieli fino a 100 deboli stelle cadenti all’ora. In gennaio, nel cuore dell’inverno, il Sole indugia fino al 20/1 nella costellazione del Sagittario, dalla quale transita al Capricorno e così accenna la sua lieve risalita lungo l’eclittica. Le giornate possono ricominciare ad allungarsi. La Luna sarà piena il 24/1, nella costellazione del Cancro.
Si prolunga per tutto gennaio il periodo di latitanza di tutti i pianeti visibili a occhio nudo dal cielo della sera. Nessuno è in vista fino al sorgere di Giove, che avviene verso le 22, al confine tra il Leone e la Vergine. Di conseguenza, la prima stella della sera sarà Capella, la sfavillante α dell’Auriga, ben lanciata nella sua ascesa allo zenith. Soltanto a fine mese sarà preceduta dall’apparizione di Sirio. Una chicca per chi possiede un telescopio: Capella è una stella doppia, ed è accompagnata da una coppia di nane rosse (Capella H e L), forse le più facili stelle di questo tipo da rintracciare al telescopio, pur se di magnitudine +12.
Crollano al crepuscolo le ultime, strenue, resistenze del Triangolo Estivo ad accettare l’evidenza che l’estate è finita da un pezzo, così finalmente Altair, Vega e più tardi Deneb tolgono il disturbo a occidente: ma si ripresenteranno tutte e tre imperterrite nel cielo orientale ben prima che spunti l’alba. L’agonia dell’Aquila, al tramonto, è condivisa anche dal Capricorno e dal Pesce Australe; poco dopo perdiamo di vista anche l’Acquario, il Delfino mentre il cavallo alato Pegaso precipita col muso sull’orizzonte. Per cena troviamo quindi tutto il mito di Andromeda ben apparecchiato nel quadrante occidentale del cielo: Cefeo, Cassiopea, Pegaso, Andromeda, Perseo e Cetus. Fra essi si divincolano i Pesci, l’Ariete e il Triangolo.
Il sud è saldamente nelle mani di Orione, che vi si apposta assieme ai suoi due Cani (Maggiore e Minore) per l’ennesima tappa della sua eterna battuta di caccia alla Lepre e al Toro. Sotto di lui tenta di svolazzare una pacifica Colomba, ma già a mezzanotte il presidio di Orione si allenta in favore di nuovi arrivi da oriente: la linea del meridiano è ora occupata dalla Lince – che silenziosamente ha raggiunto lo zenith – e rotolando verso sud da Gemelli, Cane Minore, Unicorno, Cane Maggiore e Poppa (la poppa della mitica Nave Argo).
In questo momento è possibile cercare, anche con un semplice binocolo, tre stelle di quinta magnitudine dalla storia assai peculiare. Una si trova nell’Ariete (53 Arietis), una nell’Auriga (AE Aurigae) e una giù nella Colomba (μ Columbae). Cos’hanno in comune queste stelle, collocate in punti così distanti del cielo? Il fatto che tutte e tre sono stelle fuggiasche, e provengono dallo stesso punto dello spazio: la regione della nebulosa di Orione, da cui probabilmente furono espulse violentemente circa 5 milioni di anni fa. Non si sa quale fu l’evento che innescò la loro fuga, alla velocità di 100 km/s.
La porzione di Zodiaco visibile in questo mese va dall’Acquario allo Scorpione, culminando a sud con i Gemelli.
Dopo la mezzanotte è il momento di accorgersi che sono ormai ben presenti figure primaverili della volta celeste, quali l’Orsa Maggiore impennata sulle zampe, il Cancro, il Leone e l’interminabile profilo dell’Idra. La sua testa, dalla forma caratteristica, si trova sotto il Cancro, il cuore (Alphard) sotto il Leone, il resto del corpo si srotolerà ora dopo ora sotto la Vergine e la Bilancia, sollevando anche la Coppa e il Corvo. A questo punto vedremo Giove ormai al meridiano e ritroveremo a sudest la parata dei pianeti più familiari: Marte nella Vergine, Saturno e Venere nell’Ofiuco.
Nelle ore prima dell’alba non dimentichiamoci della cometa Catalina, che sarà facilissima da rintracciare proprio la notte di Capodanno, quando passerà ad appena mezzo grado (il diametro della Luna Piena) da Arturo, per poi prolungare la sua traiettoria verso l’Orsa Maggiore, dove il 12/1 si troverà alla minima distanza dalla Terra, di circa 108 milioni di km: basterà un binocolo per avvistarla. La cometa si spegnerà infine tra le stelle del Drago e della Giraffa, senza più tramontare.
Al planetario: “Profondo Cielo” in programma il 16/1 alle 12, 22/1 alle 17, 29/1 alle 18, 31/1 alle 16.