Il Cielo del Mese - Gennaio 2015

Data di pubblicazione: 07/01/2015  
Planetario

Il mese di gennaio vede il Sole iniziare la sua risalita in cielo: dal Sagittario transiterà nel Capricorno il 20/1. Poco alla volta le giornate tornano ad allungarsi. La Luna sarà piena il 5/1 nella costellazione dei Gemelli.

L’inizio del nuovo anno riporta nel cielo serale, dopo un’assenza durata 8 mesi, la splendente Venere, che si affranca progressivamente dalla luce del crepuscolo e, curiosamente, in questa fase viene accompagnata dal piccolo Mercurio. Almeno fino al 19/1 Mercurio e Venere formeranno una coppia stretta, e sarà piuttosto facile avvistarli nella prima ora dopo il tramonto del Sole, bassi sull’orizzonte ovest. È un’ottima occasione per scorgere Mercurio: se non lo avevate mai visto, rientrerete così nella minuscola percentuale dell’umanità (molto meno dell’1%) che può dire di avere visto con i propri occhi il pianeta più interno – non ne ha fatto parte neppure Copernico, per dire.

Potendoli osservare al telescopio, si noterebbe che mentre la fase di Venere resta pressoché invariata (percorre lentamente la parte della sua orbita che si trova oltre il Sole), quella di Mercurio cambia da una sera all’altra, perché sta rapidamente chiudendo la sua ellisse intorno al Sole, e provenendo anch’esso da “dietro” il Sole, circola in pochi giorni nella parte della sua orbita affacciata verso la Terra, e il suo aspetto da gibboso diventa falcato.

Così facendo, i due pianeti rincorrono Marte nel Capricorno; il pianeta rosso li precede ormai di poco sfuggendo nell’Acquario. Quando infine la coppia Venere-Mercurio si rompe, verso il 20/1, sopraggiunge una falce di Luna a completare una sfiziosa quadriglia: il 22/1 pochi minuti prima delle 18 vedremo disporsi in maniera quasi equidistante Mercurio, Venere, la Luna e Marte, in questo ordine. Di lì a poco, dall’altra parte del cielo comparirà Giove, che retrocede dal Leone al Cancro, e ruberà la scena planetaria per tutto il resto della notte.  

Il crepuscolo sorprende Fomalhaut e Altair ancora in vista, verso ovest, e con quest’ultima Vega e Deneb completano il Triangolo Estivo che proprio non se ne vuole andare. Ma l’illusione dura poco: all’ora di cena termina la sua corsa verso occidente anche Pegaso, e in rapida successione vediamo scomparire l’Acquario, i Pesci, Cetus, e più a nord la Lucertola. È talmente lunga la notte in questo periodo che dal tramonto all’alba le stelle hanno tempo di ruotare di oltre 180 gradi attorno al Polo celeste: ad esempio Alkaid, la stella che conclude il timone del Grande Carro, sfiora l’orizzonte nord al calar del Sole, ma allo spuntare del nuovo giorno sarà salita al suo punto più elevato, oltre 82°. 

La porzione di Zodiaco visibile in questo mese scorre dall’Acquario allo Scorpione, culminando a sud con i Gemelli.

A sud la scena madre del cielo è sempre quella che circonda Orione: la sua battaglia con il Toro, la Lepre catturata ai suoi piedi, il Cane Maggiore e il Cane Minore che lo assistono nell’impresa, mentre le Pleiadi si riparano alle spalle del Toro. In questo scenario epico si muove, quasi sgattaiolando da una costellazione all’altra, la piccola cometa Q2 Lovejoy: nell’arco del mese di gennaio la vedremo passare dalla Lepre all’Eridano, poi davanti al Toro, all’Ariete per sconfinare nel Triangolo e addirittura in Andromeda. Se il 30/12 aveva sfiorato M79, l’ammasso globulare della Lepre, il 4/2 passerà accanto alla rubiconda Almaak, la stella Gamma Andromedae. Tutto questo mantenendo uno splendore sulla quarta grandezza, che permetterà di avvistarla agevolmente col binocolo, se non addirittura a occhio nudo fuori città. Se poi avete un telescopio non potrete evitare di puntarlo verso la magnifica Nebulosa di Orione, M42, il più celebre oggetto del profondo cielo. Con un po’ di allenamento del vostro sguardo potrete addirittura tentare di percepire lo sviluppo delle sue spettacolari volute gassose in 3D!

L’“alto del cielo” vede sfilare dapprima Perseo, mentre le costellazioni di Cassiopea, Andromeda e Cefeo si rincorrono a cascata giù fino a nordovest. Poi è il turno dell’Auriga e di Capella che sfiora lo zenit; infine ecco la Lince appostarsi in vetta al firmamento. In quel momento il gemello Castore sfiorerà gli 80° di altezza, il Cancro e Giove si apprestano a culminare al meridiano, mentre due tracce assai elusive digradano parallele verso sud: la prima è la Via Lattea invernale, che attraversando l’Auriga, i Gemelli, l’Unicorno e il Cane Maggiore va poi a infognarsi nella Poppa e nella Vela dove per noi sprofonda sotto l’orizzonte. Qui, oltre le stelline della Bussola (Pyxis) si possono scorgere astri magnifici del cielo australe quali Naos, Suhail e Regor. L’altra traccia è il lungo corpo dell’Idra, che dalla testa ben riconoscibile sotto le chele del Cancro si snoda parallelamente alla Via Lattea, una trentina di gradi più a est. Il corpo dell’Idra contiene Alphard, isolata stella arancione che ne rappresenta il cuore, e si prolunga sotto il Leone a sottolineare le emergenti figure del cielo primaverile. Sul finire della notte, quando sembra che tutto sia pronto per una nuova alba, guardando a nordest si rivedrà, tutto intero ad anticipare il Sole, nientemeno che… il Triangolo Estivo (sorpresa!).

Al planetario: “La Cometa di Natale: Osservazione della Cometa Lovejoy” in programma l’11/1 alle 17:30 e 18/1 alle 17:30.

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