Accade nello Spazio - Settembre 2016

Data di pubblicazione: 12/09/2016  
Planetario

Vi siete abbronzati bene quest’estate? Se di ritorno dalle spiagge delle vacanze vi state ancora crogiolando nella vostra tintarella, tenete ben presente che una parte di quell’abbronzatura vi è stata gentilmente fornita non dalla luce del Sole, come vi potreste aspettare, bensì dal resto dell’universo! È infatti stato valutato che addirittura 10 miliardi di fotoni al secondo vi piovano addosso provenienti da lontanissime sorgenti fuori dalla nostra galassia: dopo un viaggio durato miliardi di anni, terminano la loro corsa cosmica sulla vostra pelle. Così circa un centesimo di miliardo della vostra abbronzatura estiva è una vera e propria “tintarella extragalattica”: altro che la tintarella di Luna!

Un po’ come accadde nella preistoria, quando in conseguenza dell’esplosione di ben due supernovae a soli 300 anni luce dalla Terra, l’atmosfera fu inondata da una dose straordinaria di radiazioni ionizzanti e di raggi cosmici che stravolsero il clima e l’ecosistema, tanto da essere additate come responsabili di una serie di glaciazioni e di un’estinzione di massa minore, avvenuta 2,59 milioni di anni fa.

A proposito di cataclismi: forse non tutti sanno che nel 1967, in piena Guerra Fredda, ci fu un episodio in cui l’intervento degli astronomi si rivelò essenziale per prevenire una temibile escalation della tensione. Se non fosse stato per loro, una tempesta solare avrebbe potuto scatenare la Terza Guerra Mondiale.

Siamo tutti ormai assuefatti al pensiero che il clima sta cambiando – e non metaforicamente. Ma fino a questo punto non abbiamo ancora avuto una chiara indicazione di quanto il cambiamento riguardi, in particolare, il nostro Paese. Ecco uno studio dell’Ispra che illustra assai chiaramente i dati sulla variazione dei parametri climatici in Italia (temperatura, precipitazioni, eventi estremi). A proposito di dati: volete giocare anche voi con la materia prima su cui lavorano gli scienziati? Provate con ESASky, un semplice browser disponibile online, che permette di visualizzare e manipolare i dati ottenuti dalle principali missioni e telescopi Esa. E ora ecco un tipico prodotto di sintesi dei dati disponibili: il catalogo dei pianeti extrasolari candidati al ruolo di “seconda Terra”. Sono 20, scelti fra i mondi rocciosi che si trovano nella fascia abitabile della loro stella.

Ma chi lo avrebbe mai detto che uno dei pianeti extrasolari più interessanti lo avremmo trovato appena dietro l’uscio? Lo scorso 24 agosto, dopo alcune indiscrezioni, la rivista Nature ha annunciato la scoperta di Proxima b, un possibile gemello della Terra proprio intorno alla stella Proxima Centauri, la più vicina al Sole, a “nemmeno” 40 mila miliardi di km da casa. Alcune sue importanti caratteristiche, come la presenza di atmosfera ed acqua, l’esatto valore della massa, restano ancora da chiarire, ma la vicinanza e la massa minima stimata di 1,27 masse terrestri contribuiscono a farcelo immaginare con un volto familiare. Forse il progetto Starshot, tra qualche decennio, potrà contribuire a tracciarne l’identikit: non resta che attendere.

Avete mai pensato a quanto sono lunghi 220 milioni di anni? È il tempo che impiega il Sole a compiere un giro attorno al centro della Via Lattea. Per rendere percepibile questo lunghissimo movimento su una scala più “umana”, è stato ideato il Galactic Tick Day, che ricorre ogni 633 giorni in corrispondenza dello spostamento del Sole pari a un centesimo di secondo d’arco nel suo giro galattico. Il prossimo Galactic Tick Day si festeggerà proprio il 29/9. Il 5 settembre, invece, Freddie Mercury, leggendaria voce dello storico gruppo rock dei Queen, avrebbe festeggiato 70 anni. Proprio in occasione della ricorrenza Brian May, chitarrista e fondatore dei Queen, nonché Dottore di Ricerca in astrofisica, ha annunciato che l’International Astronomical Union, attraverso il Minor Planet Center, ha dato il nome “Freddiemercury” all’asteroide (17473). La notizia ha suscitato entusiasmo in tutto il mondo. “È solo un punto di luce, ma un punto speciale”, ha detto May, “magari un giorno lo raggiungeremo”. Con ambizioni simili, intanto, è partita con successo la missione Osiris-Rex, una sonda destinata a raccogliere e riportare per la prima volta a Terra campioni di roccia dell’asteroide Bennu, che verrà raggiunto fra due anni. Per il rientro invece bisognerà attendere fino al 2023.

Lo sguardo penetrante del telescopio Hubble si è soffermato su una galassia nana nelle vicinanze della Via Lattea, producendone un ritratto che vale la pena ammirare con calma: l’oggetto si presenta come l’anello mancante fra gli ammassi globulari e le galassie, e si staglia su una polveriera di altre galassie lontanissime e di forme variegate. Un’immagine che racconta da sé l’affollamento dell’universo tra diversi piani di profondità.

Proprio in oggetti simili, come nell’ammasso NGC6101, sono state individuate centinaia di buchi neri, che data la relativa vicinanza potrebbero dare luogo a collisioni simili a quelle rivelate tramite le onde gravitazionali: ecco dunque un buon punto da cui potranno originarsi nuove increspature dello spaziotempo. Se poi consideriamo la fusione dei buchi neri centrali di due galassie in collisione, ci sono buone notizie: la coalescenza dei buchi neri – e di conseguenza l’intensa emissione di onde gravitazionali - seguirebbe l’impatto tra le galassie di soli 10 milioni di anni, cento volte prima di quanto si credesse.

Mentre si appresta a concludere la sua missione sulla cometa 67P il 30/9, dall’analisi delle sue polveri Rosetta ci ha rivelato come si formano le comete, confermando la loro natura di corpi primordiali del sistema solare. Ma soprattutto, Rosetta ha alla fine ritrovato Philae! Durante un sorvolo a soli 2,7km di altezza, il piccolo lander disperso da più di un anno sulla cometa è stato avvistato in extremis dalla telecamera della sonda: si era incastrato di traverso in una zona d’ombra, poverino.

Al planetario: “Le Stagioni del Cielo” in programma il 1/9 alle 21, 4/9 alle 21, 10/9 alle 21, 18/9 alle 18, 24/9 alle 11.