Accade nello spazio - Ottobre 2015

Data di pubblicazione: 29/09/2015  
Planetario

Misurare accuratamente le distanze cosmiche è sempre stato uno dei peggiori rompicapi per gli astronomi. Ora hanno trovato un nuovo metodo, per determinare le distanze stellari dal confronto tra coppie di stelle con lo stesso spettro. È un’idea così semplice che tutti si sono sorpresi per non averci pensato prima. 

Sulla scala delle distanze cosmiche si è salito ancora un gradino: la galassia più lontana di tutte è stata osservata con una luce talmente arrossata da marcare un redshift da record, 8,68: ci dice che quella galassia esisteva già 13,2 miliardi di anni fa, quando l’universo aveva soltanto 600 milioni di anni. Un dato che potrebbe comportare una revisione delle prime fasi di storia dell’universo.

E sempre con la luce si continua a giocare, in questo Anno Internazionale della Luce, provando perfino a rallentarla per creare coppie di fotoni che si comportano come una sorprendente “molecola” di luce. A proposito di giochi di luce (e di ombra), il 13/9 la sonda Solar Dynamics Observatory ha assistito a una curiosa “doppia eclisse” di Sole, causata contemporaneamente dalla Terra e dalla Luna! Com’è possibile? Scopritelo qui. Invece noi che ci stupiamo di fronte al bagliore delle stelle cadenti, dovremmo fare più attenzione, prima di affidare loro i nostri desideri: talvolta la loro provenienza potrebbe essere di origine tutt’altro che poetica, come ha svelato di recente la Nasa…  

E in fatto di abbagli, gli ufologi spesso non sono da meno: ecco cosa ne pensa un generale dell’Aeronautica Militare.

Consoliamoci con questo video che aiuta a dare un senso alle immense distanze tra i pianeti, ricostruendo le loro orbite intorno al Sole in un deserto americano, e percorrendole con un… Suv. C’è un altro veicolo grande proprio come un Suv che sta gironzolando nella polvere di altri deserti, quelli di Marte: è Curiosity, e potete seguire le sue imprese sul blog delle sue cronache marziane. Esplorare pianeti più piccoli, o addirittura comete e asteroidi, presenta un grosso problema di stabilità: mantenere l’equilibrio nel loro campo di gravità troppo debole potrebbe essere un’impresa e anche piccoli movimenti potrebbero ribaltare le sonde e pregiudicare la loro missione. Per questo si stanno sviluppando prototipi di “rover” compatti che invece che su ruote si sposterebbero sfruttando le spinte di un sistema di giroscopi, in regime di microgravità. Gli esploratori del futuro si muoveranno sulla superficie dei corpi celesti a balzi e saltelli. Già oggi invece è possibile telecomandare un robot dallo spazio: il test eseguito dall’Esa per pilotare un braccio meccanico a terra dalla Stazione Spaziale è stato un successo.

E adesso rifacciamoci gli occhi con le ultime, splendide immagini provenienti da Plutone, che la sonda New Horizons sta lentamente scaricando a terra. La “falce” di Plutone vista poco dopo il flyby, con le silouhette delle sue montagne di ghiaccio alte 3500 metri, i flussi di ghiaccio d’azoto simili alle lingue dei ghiacciai terrestri e i contorni degli strati di foschie nell’atmosfera del pianeta ci regalano un panorama mozzafiato, e lasciano ai planetologi il compito di ripensare tutto ciò che credevano di sapere su questo pianeta nano. Non da meno è il lucente dettaglio del cratere Occator, sulla superficie di Cerere, dove la sonda Dawn sta investigando la natura delle sue singolari macchie brillanti. Da non perdere, infine, il gigantesco tornado incandescente che si è scatenato sul Sole a 3 milioni di gradi per 40 ore.

Tutto così avvincente che non si può non contestare al cantautore francese George Brassens di aver cantato che la scienza aveva scacciato gli dei dal cielo. Accompagnamolo con questo delicato cartoon a riscoprire l’incanto del firmamento.

Al planetario: “Scala Verso il Cosmo” in programma il 4/10 alle 18, 14/10 alle 18, 18/10 alle 17, 16/9 alle 18, 21/10 alle 18.