Accade nello Spazio - Ottobre 2014

Data di pubblicazione: 06/10/2014  
Planetario

200 milioni di gradi: questa è la temperatura sprigionata dai potentissimi brillamenti avvenuti in serie sulla nana rossa DG CVn, a soli 60 anni luce dalla Terra. L’energia emessa da questa giovanissima stella è diecimila volte più potente della più potente eruzione solare, e il calore 12 volte più elevato che al centro del Sole, che per nostra fortuna non è più in grado di alimentare eruzioni altrettanto violente. 

Del resto, i normali brillamenti solari sono comunque in grado di generare tempeste geomagnetiche capaci di creare gravi problemi alle nostre tecnologie; si stanno però facendo progressi sulla comprensione del fenomeno della riconnessione magnetica, che trasforma l’energia del campo magnetico in energia cinetica delle particelle solari.

Così come il diagramma HR è la base dell’astrofisica stellare, due astronomi cinesi hanno composto un diagramma equivalente per i quasar. Misurando le caratteristiche dell’emissione dei più potenti nuclei galattici attivi nelle righe dell’idrogeno (Hβ) e del ferro (FeII), si può definire una “sequenza principale dei quasar”, che rivela un’informazione fondamentale su quanta materia sta alimentando il buco nero centrale e qual è l’orientamento del suo disco di accrescimento rispetto alla nostra linea di vista.

Il problema dell’inquinamento dell’orbita geostazionaria è sempre più pressante, perciò si cercano soluzioni per riciclare o riportare a Terra i satelliti defunti: ora anche grazie a un algoritmo che aiuta a stabilire come e dove conviene raccoglierne i resti.

Il piccolo Pan, satellite di Saturno che orbita tutto solo all’interno dell’anello A, nella divisione di Encke, offre un esempio di un meccanismo gravitazionale per cui anche nei dischi protoplanetari i pianeti in addensamento manterrebbero “pulita” la loro orbita. Proprio nel disco protoplanetario della stella HD100546, a 335 anni luce dalla Terra, è stato individuato quasi per caso un pianeta in formazione, un gigante gassoso almeno tre volte più massiccio di Giove. Il nuovo mondo sarebbe dotato di un disco circumplanetario, da cui potrebbero in seguito condensarsi le sue future lune.

D’altra parte, un recente esperimento ha mostrato che le ammine (composti dell’azoto alla base degli amminoacidi) sarebbero state prodotte proprio ai confini ghiacciati della nebulosa protoplanetaria, prima dell’origine dei pianeti e della vita nel sistema solare.

La tettonica a placche è ben visibile anche su Europa, luna ghiacciata di Giove. Grazie alle osservazioni della sonda Galileo tra il 1995 e il 2003 sono stati individuati movimenti di creste e fratture nel ghiaccio. Addirittura, un’area di 20000km² della giovane crosta ghiacciata è scomparsa a causa dell’affondamento di una placca sotto un’altra, in una zona di subduzione.

Forse in passato esistevano ghiacciai anche all’interno della Valles Marineris, il Grand Canyon di Marte. Uno strato di minerali solfati individuato a metà di una parete alta 5km all’estremità del canyon sarebbe la prima evidenza mineralogica dell’azione del ghiaccio su quei terreni.

Ovunque si sia depositato tra pianeti e lune, gran parte del ghiaccio presente nel sistema solare si sarebbe formato ben prima dell’origine del Sole, nella nube molecolare in cui nacque la nostra stella. Dunque più di metà della nostra acqua esiste da molto prima del sistema solare stesso: una circostanza che favorisce l’idea che le condizioni favorevoli alla vita sulla Terra non siano affatto uniche.

Intanto l’ESA ha svelato quale sarà il punto previsto per l’atterraggio del modulo Philae sulla complessa superficie della cometa Churyumov-Gerasimenko, che avverrà il prossimo 11 novembre. Sarà un’impresa delicatissima e piena di difficoltà tecniche, da cui ci aspettiamo di scorprire tanto sull’intima natura delle comete.

Intanto, la sonda New Horizons in viaggio per Plutone è riuscita a intravedere prima del previsto la piccola e debole Idra, la luna più esterna del pianeta nano, che finalmente raggiungerà il prossimo anno. 

Per tutti gli studenti appassionati di astronomia nati tra il 1998 e il 2001, c’è la possibilità di partecipare alle XV Olimpiadi di Astronomia con un tema sulla luce: la scadenza per inviare gli elaborati è il 12 novembre.

Infine, ecco in questo fumetto come dal Big Bang alle comete la storia dell’universo ci appartiene e ci riguarda, tutti.

Al planetario: “Storia di una Stella” in programma il 3/10 alle 17, 5/10 alle 18, 16/10 alle 17, 18/10 alle 11, 30/10 alle 18.