Accade nello Spazio - Novembre 2015

Data di pubblicazione: 30/10/2015  
Planetario

KIC8462852 è la sigla di una delle 156000 stelle osservate dal telescopio spaziale Kepler: a differenza di tutte le altre, questa stella ha mostrato delle variazioni di luce talmente anomale da far pensare che a provocarle non sia il transito di uno o più pianeti extrasolari, bensì qualcosa di molto più complesso e raro. Forse uno sciame di comete, o addirittura… un sistema di megastrutture aliene – forse colossali pannelli solari per raccogliere energia - che le orbiterebbero intorno, bloccandone la luce in modo irregolare! Il bello è che questa non è fantascienza, ma una delle ipotesi vagliate dagli astronomi, che ora attendono di puntare verso la strana stella le antenne dei radiotelescopi, per capire se riescono a captare eventuali segnali di natura intelligente. Una forte dose di cautela è d’obbligo, ma staremo tutti in attesa - con una certa trepidazione – di notizie da questo misterioso astro nei prossimi mesi. 

Del resto, non sempre le ricerche di pianeti extrasolari portano al risultato sperato: è il caso della stella HL Tauri, circondata da un magnifico disco di polvere con tanto di solchi, che possono essere stati scavati solamente da pianeti. Ma nessuna osservazione è ancora riuscita a individuarli, forse perché sono ancora troppo giovani e piccoli. Fa comunque impressione trovarci a festeggiare il ventesimo anniversario della scoperta del primo pianeta extrasolare: 51 Pegasi b, avvenuta nel 1995. In soli 20 anni il catalogo degli esopianeti è arrivato a contarne ben 1975, raccolti in 1255 sistemi planetari. E tra altri 20 anni? Gli astronomi si aspettano di disporre di un atlante così dettagliato da permettere di studiare l’origine e l’architettura dei sistemi planetari, le atmosfere di questi mondi e rivelare l’eventuale presenza di segnali biologici, come la clorofilla.

Il segreto di un fenomeno pressoché ipnotico, quello delle aurore pulsanti che si accendono a intermittenza nella nostra atmosfera, è finalmente venuto “alla luce”: pare che siano causate da sciami di elettroni sbatacchiati su e giù per le linee del campo magnetico terrestre. Oggi più che mai si teme l’effetto delle tempeste solari; in attesa della prossima i carotaggi di ghiacci in Groenlandia e in Antartide svelano gli effetti catastrofici di due antiche tempeste solari che investirono la Terra, più di mille anni fa. 

Eccoci agli aggiornamenti sulle principali missioni di esplorazione spaziale: Rosetta ha scoperto che la bizzarra cometa Churyumov Gerasimenko si è formata a partire da due nuclei distinti, che si sono aggregati. Lo rivelano gli strati sovrapposti di ghiacci diversi.

Da New Horizons continuano ad arrivare immagini sorprendenti di Plutone e Caronte: le ultime rivelano una buccia ghiacciata dall’aspetto squamoso, e guidano gli scienziati a ipotizzare quali meccanismi mantengono giovane (quindi senza crateri) una parte della superficie di Plutone. Mentre continua a trasmettere dati verso Terra, New Horizons si sta già dirigendo verso il suo prossimo obiettivo: l’incontro del 2019 con il pianetino ghiacciato 2014 MU69, nel bel mezzo della fascia di Kuiper.

Ah, in mezzo a tutto questo ci eravamo quasi dimenticati di riferire la scoperta - o meglio la conferma - che su Marte tuttora scorre acqua liquida e salata. Le immagini delle tracce scure di rivoli d’acqua sporca che scivolano lungo le pareti dei crateri e delle scarpate marziane hanno già fatto il giro del mondo, lasciandoci a bocca asciutta. 

La sonda giapponese Hayabusa 2, meno chiacchierata delle altre, si prepara all’incontro con l’asteroide 1993 JU3, che non avverrà prima del 2018, ma il pianetino nel frattempo ha ricevuto un nome: 162173 Ryugu. E anche se si sono concluse più di 40 anni fa, le missioni Apollo sulla Luna colpiscono ancora il nostro immaginario, specialmente con le nuove foto ad alta risoluzione che la Nasa ha pubblicato. Concediamoci inoltre uno spettacolare sguardo a Giove, che il telescopio spaziale Hubble osserverà con cadenza annuale per documentare i cambiamenti nelle atmosfere dei pianeti gassosi. Analogamente, un nuovo telescopio spaziale osserverà ogni giorno la Terra per monitorare i cambiamenti del clima: la missione DSCOVR ci regalerà così una versione animata della famosa “Blue Marble”.   

Se invece siete appassionati del cosmo a grande scala e volete cimentarvi in un progetto di ricerca aperto al pubblico per dare una mano ai professionisti, Space Warps è la sfida che fa per voi: lanciatevi alla ricerca delle lenti gravitazionali, partecipando a questo progetto di citizen science (auguri)!

Del resto, nuove osservazioni radio già mostrano come i grandi aloni radio delle galassie a spirale si estendano ampiamente sopra e sotto il disco ottico, confermando una previsione del 1961. Ed è appena stata annunciata la scoperta di una nuova componente della Via Lattea: un disco di giovani stelle attorno al nucleo centrale, che era rimasto inosservato a causa delle spesse nubi di polvere che lo nascondono.

Concludiamo con un salto all’indietro nel tempo. La storia dei planetari si perde nei secoli: secondo Cicerone, un planetario meccanico fu costruito già da Archimede. Sarebbe quindi stato proprio il genio di Siracusa il primo inventore a realizzare uno strumento capace di simulare i moti del cielo, del Sole, della Luna e dei cinque pianeti allora noti, ben 22 secoli fa.

Al planetario: “Profondo Cielo” in programma il 1/11 alle 17, 5/11 alle 18, 12/11 alle 18, 15/11 alle 17, 28/11 alle 11.