Accade nello Spazio - Luglio 2014

Data di pubblicazione: 14/07/2014  
Planetario

Saturno è ancora ben visibile in cielo, e accanto ad esso appare, anche in un piccolo telescopio, Titano, la più grande delle sue lune (più grande di Marte): su quel piccolo puntino arancione la sonda Cassini ha trovato non solo mari di metano, come il Kraken e il Ligeia, ma nel mezzo del mare Ligeia anche un’isola di metano ghiacciato che periodicamente appare e scompare. Probabilmente a causa dell’evaporazione del metano con i cambiamenti di temperatura. Si tratta di un’ulteriore prova del fatto che su Titano esiste un ciclo idrologico del metano, simile a quello dell’acqua sulla Terra. 

Del resto Titano è stato appena utilizzato come pianeta-test, mentre transitava davanti al Sole dalla prospettiva della sonda Cassini, per verificare come gli strati di nebbie e foschie che sovrastano la sua atmosfera complicherebbero la caratterizzazione delle atmosfere di pianeti extrasolari.

Dai ghiacci di metano a quelli d’acqua della cometa Churyumov-Gerasimenko: la sonda Rosetta la raggiungerà il prossimo 6 agosto, ma già ha misurato il ritmo di emissione di vapore acqueo del suo nucleo, pari a 2 bicchieri d’acqua al secondo. Ma la cometa, molto distante dal Sole, si sta comportando in maniera bizzarra: in aprile e maggio sembrava essersi riattivata, montando una discreta chioma, ora invece si è di nuovo addormentata.

Lo scorso 19 giugno il picco del Cerro Armazones, sulle Ande in Cile, è saltato per aria: non si tratta di un evento naturale, ma di un’esplosione progettata apposta per fare spazio alla costruzione del poderoso EELT, il futuro telescopio più grande del mondo, che avrà un diametro di ben 39,3 metri. E se qualunque astronomo troverebbe discutibile definire abitabile quella montagna di 3000 metri sperduta nel deserto di Atacama, l’abitabilità come concetto esteso a una galassia intera conduce all’idea della “zona fertile” della galassia, ovvero quella regione collocata alla giusta distanza dal centro galattico dove l’ambiente è più favorevole allo sviluppo della vita, in base alla densità di stelle e alla schermatura dalle radiazioni violente provenienti dalle sorgenti centrali della galassia. Per la Via Lattea il massimo numero di stelle che possono ospitare pianeti abitabili si colloca ad un raggio di 8000 parsec dal centro, ma per la galassia di Andromeda la distanza raddoppia (16000 parsec), a causa delle radiazioni ionizzanti emesse dalle supernovae, molto più abbondanti che nella nostra galassia. Perciò il Sole occupa una posizione privilegiata all’interno della Via Lattea, come del resto la stella Gliese 832, a soli 16 anni luce di distanza: intorno ad essa il pianeta Gliese 832c, appena scoperto, rientra al terzo posto tra quelli più simili alla Terra.

Si è parlato spesso di pianeti di diamante; ora invece spunta un diamante-stella: accanto a una pulsar distante 900 anni luce c’è una nana bianca talmente fredda che il carbonio che contiene si sarebbe cristallizzato in superficie a formare un diamante grande quanto la Terra. Tanto per non farci mancare nulla, tra le bizzarrie sparse nell’universo è stato trovato anche un bel trio di buchi neri molto vicini tra loro: nel nucleo attivo di una galassia distante 4 miliardi di anni luce orbitano ben tre buchi neri supermassicci, frutto della fusione avvenuta in precedenza con altre galassie. Due sono separati da soli 450 anni luce, il terzo dista 24000 anni luce dagli altri: non si conosce nessun altro luogo del cosmo dove tre enormi buchi neri siano raccolti in uno spazio così compatto. Scavando nel passato dell’universo fossilizzato nella radiazione di fondo, gli astronomi hanno forse scoperto l’origine della cosiddetta Cold Spot (un’area ampia 10° in direzione dell’Eridano): sarebbe l’ombra di un misterioso super-vuoto lasciato dalle fluttuazioni di densità nell’universo primordiale.

Al planetario: “Deep Sky Grand Tour” in programma il 18/7 alle 22, il 23/7 alle 22 e il 31/7 alle 22.