Accade nello Spazio - Gennaio 2017

Data di pubblicazione: 10/01/2017  
Planetario

Appena il mese scorso avevamo notato il suo nome: Niayesh Afshordi. È il fisico canadese protagonista dell’idea che la velocità della luce non sia rimasta costante nella storia dell’universo, di cui avevamo riferito nella scorsa newsletter. Ora Afshordi ci riprova, con un altro studio sensazionale: la rivelazione delle onde gravitazionali, annunciata lo scorso febbraio, non costituirebbe soltanto una conferma della teoria della relatività, ma rappresenterebbe una nuova sfida alla teoria stessa. Questo a causa della presenza di alcuni “riverberi” delle onde gravitazionali nei dati di Ligo, che alluderebbero a un inatteso comportamento della materia nei pressi dell’orizzonte degli eventi dei buchi neri. Non sarebbe un confine invisibile ma in qualche modo “presidiato” da un inviluppo di particelle, come una barriera che risuona al passaggio dell’onda gravitazionale. Insomma, Afshordi deve avere l’eresia scientifica nel sangue, se si è divertito a mettere in discussione per ben due volte i capisaldi delle idee di Einstein, e ce n’è quanto basta per ricominciare da capo e scorgere gli indizi di una nuova fisica dei buchi neri, tutta da scoprire.

Visto che siamo nei pressi di un buco nero, non dimentichiamoci di rivisitare il caso della cosiddetta “supernova assassina”, la più potente esplosione mai rilevata nella storia, alla cui scoperta contribuì anche il nostro collega Gianluca Masi: ora emergono evidenze del fatto che a rilasciare la sua ciclopica energia, pari a 570 miliardi di stelle come il Sole, non fu una supernova, ma addirittura la distruzione di una stella da parte di un buco nero in rapida rotazione!

Questa poi, è una notizia davvero entusiasmante: al Cern sono riusciti ad osservare l’assorbimento di una riga spettrale di un atomo di anti-idrogeno. È la prima volta che viene osservata la reazione alla luce dell’antimateria, risultato figlio di una tecnologia avanzatissima che ha permesso di verificare che il comportamento dell’antimateria è identico a quello della materia (come previsto). In materia di bizzarrie tecniche e naturali, non è da meno l’utilizzo del telescopio Kepler – famoso come cacciatore di esopianeti – per osservare il pianeta Nettuno, inteso come “specchio” della variabilità solare a breve periodo: così si è scovato il riflesso delle lievi oscillazioni del Sole, che rivelano le condizioni dell’interno solare secondo le analisi dell’eliosismologia.

Continuiamo a leggere, anno dopo anno, mese dopo mese, che “questo è stato il periodo più caldo della storia”. La tecnologia ci dà una mano a verificare che il continuo surriscaldamento della Terra ha delle conseguenze. Potete constatarlo da soli utilizzando il time-lapse di Google Earth, uno strumento eccellente che mostra in maniera lampante come diversi luoghi del nostro pianeta, come i ghiacciai dell’Alaska o il lago d’Aral, siano cambiati nel tempo con il clima, per mano dell’uomo. Alla fine dovreste sentire un brivido caldo lungo la schiena. Siccome invece c’è ancora chi si ostina – sempre in malafede, o nella totale ignoranza di cosa sia la scienza – a mettere in dubbio la realtà del cambiamento climatico, eccovi un’utile rassegna delle false argomentazioni usate dai negazionisti, per la verità sempre più appollaiati sul loro minuscolo e scivoloso iceberg, che si sta rapidamente squagliando sotto i loro piedi.

Comunque sia, verrà un tempo in cui farà innegabilmente più caldo: ecco una stella che ci offre un assaggio di come diventerà il Sole fra 5 miliardi di anni, quando si espanderà fino a un raggio 100 volte maggiore, e forse inghiottirà la Terra. L2 Puppis è già una gigante rossa pronta a risucchiare il suo pianeta. 

Da tempo si sapeva che Cerere deve contenere acqua; ora la sonda Dawn ha scoperto piccoli “giacimenti” d’acqua ghiacciata sul fondo perennemente ombreggiato dei crateri polari dell’asteroide. La maggior parte della sua riserva d’acqua tuttavia è sepolta nel sottosuolo, a pochi metri dalla superficie.

In questo periodo di festività le città sono ancor più illuminate del solito, e le stelle sempre più affogate nell’inquinamento luminoso: ecco Roma fotografata dalla Stazione Spaziale dall’astronauta francese Thomas Pesquet. È decisamente ora di spegnere un po’ di luci.

Lo storytelling scientifico ha ormai fatto passi da gigante, nel raccontare al pubblico le imprese della scienza, specialmente dell’esplorazione spaziale. Guardate che cosa ha realizzato la NASA – senza risparmiare sulla retorica – per presentare la missione Juno, attualmente in attività intorno a Giove (non senza difficoltà). Per finire l’anno serenamente, distacchiamoci un po’ dalla Terra e prendiamoci lo sfizio di sorvolare a volo d’uccello l’austera superficie della Luna, dal punto di vista della sonda giapponese Kaguya. Chissà cosa accadrà nello spazio nel 2017?

Al planetario: “Profondo Cielo” è in programma il 3/1 alle 12, 14/1 alle 11, 22/1 alle 18, 28/1 alle 11.