Accade nello Spazio - Febbraio 2015

Data di pubblicazione: 03/02/2015  
Planetario

Il 2015 è stato dichiarato Anno Internazionale della Luce. Per gli astronomi la luce è tutto: è la sorgente di ogni informazione che riceviamo sull’universo. Tuttavia alla luce preziosa dei corpi celesti si sovrappone, in maniera sempre più invadente, quella sprecata delle nostre luci artificiali, tanto che ormai le città di notte si riconoscono perfettamente anche dallo spazio. Se anche voi vi siete stufati di non vedere più le stelle in città, ecco un modo in cui potrete contribuire di persona a combattere l’inquinamento luminoso: partecipate al progetto Cities at Night, aiutando a riconoscere le città fotografate dalla Stazione Spaziale per studiare gli errori compiuti ovunque nel mondo nell’uso dell’illuminazione artificiale, e diffondere i casi virtuosi delle città che hanno adottato le soluzioni più valide ed ecologiche.

Ne sono successe parecchie di cose, recentemente, nello spazio: le due colossali stelle di Eta Carinae continuano ad aggirarsi una intorno all’altra ogni 5,5 anni, sbattendo tra loro formidabili venti stellari; su scala maggiore una coppia di immensi buchi neri nel quasar OJ287 si avvia spiraleggiando ad una rocambolesca fusione con emissione di onde gravitazionali, assieme ad altre 20 coppie; un altro quasar sembra invece essersi improvvisamente “spento”, riducendo di ben 10 volte la sua emissione in soli 10 anni, mentre un rapidissimo e sfuggente lampo radio (il cugino poco energetico dei lampi gamma) è stato finalmente colto in flagrante, permettendo di escludere che sia stato originato da una supernova.

Avete mai provato a immaginare quante galassie ci siano sparse per l’universo? Se volete farvi un’idea, provate a esplorare questa incredibile immagine zoomabile ottenuta dal telescopio spaziale Hubble. È la 3D-HST survey, frutto di un mese di osservazioni che combinano immagini e spettroscopia, aggiungendo così un’informazione sulla distanza di oltre 20000 galassie.

Tra le immagini più belle che la scienza ci ha regalato nel 2014, va senz’altro ammirato questo fascinoso ritratto della Via Lattea, basato sui dati del satellite Planck, che visualizza l’andamento del campo magnetico intorno al piano galattico. Meriterebbe di essere esposto in un museo d’arte moderna come il MoMa. Poco oltre i contorni della nostra galassia, ad appena 7 milioni di anni luce è stata scoperta una nuova galassia nana chiamata Kks3 nella costellazione di Hydrus, che va ad arricchire il Gruppo Locale.

Un enorme sistema di anelli è stato scoperto per la prima volta attorno al pianeta J1407b, distante 434 anni luce: finora si era soltanto ipotizzata la possibilità che gli esopianeti gassosi avessero anelli, ma questo “super Saturno” ne possiede ben 37, 200 volte più estesi di quelli di Saturno e rilevati tramite le ripetute eclissi della sua stella. I dati indicano che potrebbe addirittura avere una super luna grande quanto la Terra.

Intanto arriva la notizia di un sistema di 5 pianeti di taglia compresa tra Venere e Mercurio intorno a un sole antichissimo, la stella Kepler 444 vecchia di 11,2 miliardi di anni. Inutile spacciarla per “un’altra Terra e un altro Sole”, perché non si somigliano affatto (e mediaticamente non se ne può più di agitare sempre lo stesso spauracchio): tuttavia è significativo che esistano sistemi così antichi. Quando nacque il sistema solare quei mondi erano già più vecchi di quanto lo sia il nostro oggi, dunque è naturale pensare che l’universo avrebbe potuto conoscere il fenomeno della vita ben prima che apparisse sulla Terra. La ricerca dei pianeti extrasolari vi sembra un settore riservato solo ad astronomi professionisti dotati di enormi telescopi? E invece anche voi, con una semplice fotocamera digitale, potreste riuscire ad osservare i transiti dei lontani esopianeti.
Ecco come.

E adesso concedetevi una pausa e date un’occhiata a questo stupendo video in cui le sequenze di un normale time lapse del cielo stellato sono state montate tenendo fisse le stelle. La conseguenza è sorprendente: si percepisce la rotazione della Terra!

Molta dell’acqua che riempie i mari e i laghi su cui si riflettono le stelle non è sempre stata qui sul nostro pianeta, ma fu portata da comete e asteroidi. Ma gli impatti oltre che rifornire la Terra potevano anche dissiparne l’acqua nello spazio. Ora un nuovo tassello si aggiunge alla storia dell’origine dell’acqua: una grande riserva d’acqua sarebbe stata inghiottita nel mantello terrestre, tra 500 e 800 km nel sottosuolo, a causa dell’attività tettonica, e poi rigurgitata in superficie nel tempo. Secondo i geologi laggiù sarebbe sepolta una riserva d’acqua pari a un altro Oceano Pacifico.

E dire che c’è un corpo, nel sistema solare, che forse ne possiede ancora di più: è il pianetino Cerere, che nonostante sia grande solo quanto il Texas sarebbe composto d’acqua per il 25% della sua massa e dunque conterrebbe più acqua di tutta la Terra. La sonda Dawn si sta finalmente avvicinando a Cerere per raggiungerlo il 6 marzo prossimo. Le prime immagini mostrano già una misteriosa struttura chiara, che si aggiunge ai segreti da svelare su questo famoso pianeta nano. Per rimarcare quanto pieni d’acqua siano gli asteroidi, nei crateri di Vesta, il secondo asteroide più grande già visitato da Dawn due anni fa, appaiono canali di scorrimento probabilmente scavati da flussi d’acqua che si sciolse nell’impatto all’origine di quei crateri.

A chi vi chiede “a cosa serve andare nello spazio?”, suggerite di visitare questo graziosissimo sito elaborato dalla NASA per illustrare tutte le applicazioni concrete dell’esplorazione spaziale, che agevolano la nostra vita quotidiana, in casa e in città, migliorando la sicurezza, l’igiene e la qualità della vita. NASA @ HOME and CITY darà agli scettici una risposta eloquente.

Altrettanto eloquenti, se non bastasse, sono le parole di chi nello spazio c’è andato davvero e ha sentito “la magia di essere liberi dal proprio peso”, come Luca Parmitano in questa bellissima intervista pubblicata su National Geographic. Nel suo sguardo rivolto alla Terra emerge “la prospettiva perfetta”. “Io penso – dice Parmitano – che sia nostro dovere contribuire al passo evolutivo della società” andando nello spazio e superando le barriere che esistono nel mondo. D’altronde talvolta dalla Cupola capita di assistere a fenomeni spettacolari, come a Samantha Cristoforetti che ha fotografato una selva di fulmini che illuminano un ciclone. Ma oltre a Luca, Samantha e gli altri astronauti, a bordo della ISS ci sono altri minuscoli passeggeri: una colonia di drosofile – i comuni moscerini della frutta. Cosa ci facciano lassù lo potete scoprire in questa immaginaria intervista.

Al planetario: “L’Universo in Miniatura” in programma l’1-3-4/2 alle 17, 6/2 alle 18, 7/2 alle 10, 8/2 alle 16, 12/2 alle 18, 15/2 alle 16, 17-19-20/2 alle 18, 21/2 alle 10, 22/2 alle 16, 24/2 alle 18, 25/2 alle 17, 26/2 alle 18, 28/2 alle 10.